Ho guardato con immensa invidia il tuo mondo bellissimo pesando poi i tuoi occhi neri con i miei sogni di cartapesta.
Le tue mani erano funi per fuggire via dal carcere di una vita costretta, dalle notti infinite in cui mi ostino a segregarmi.
I tuoi capelli onde in cui immergermi prima di andare via, prima di cercare nuovi lidi su cui poter naufragare, di nuovo, e ancora, ancora.
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