GIOCARE CON LE PAROLE, SORRIDERE AL VENTO
Ti ho mostrato le mani, lasciato annusare il profumo che indosso, le paure che abito: tu guardavi Roma spegnersi sotto le nostre parole, io trovavo metafore da bruciare insieme alle mie sigarette stanche, ai fiori che mai ti avrei comprato.
Abbiamo scambiato i pesi e le misure, le distanze tra i nostri averi e i nostri ripetuti errori: io disegnavo cerchi in aria mentre tu mi illustravi i pronomi, le leggi dell’avere, le tue teorie sull’amore.
Ho chiuso il portone lentamente, per non far rumore, quasi fosse la metafora eterna del nostro incontro. Sono tornato a dormire in un letto enorme e vuoto che mi fa da riparo dai rumori assurdi di questa strada ancora viva: proprio come me e te. -altro sulla pagina Facebook “Il sogno di Nemus”