Prenderemo quello che verrà.. 8 Ottobre 2005 – Posted in: splinder – Tags: -me and my life-
Prenderemo quello che verrà,
lo faremo soli,
ora tutto parlerà si noi.
Sui binari di questa realrà ce ne andiamo vieni,
tu non raccontarlo mai..
Sulle note di una nuova canzone un ragazzino scrive il suo nuovo messaggio alle amiche scelte tra le tante, alle persone ancora non toccate dalla voglia di infangarlo, forse perchè non sono mai state davvero in contatto con lui.. forse perchè loro hanno un pizzico di correttezza, forse perchè.. perchè è così e così dovrà essere..
Più il tempo passa e più la mia coscenza si logora.. ma non cancellerò nulla del mio post, vero angelo? Grazioe per lo sfogo..
Oggi la scuola è filata.. è andata liscia come l’olio.
Che dire in questo post?
Iniziamo col sognare, sono un pò arruginito…
Statico il rombo di un motore che lontano porta ad altà velocità una moto, giallo è il colore di questa.
Tra le curve appena si intrravede il pilota, un casco nero.. jeans stretti alla plastica del veicolo….
Tanti i pensieri del giovane, troppi forse..
"Di solito sulla moto pensi a fare una curva.. "
E così pensando appena dà peso verso sinistra, percorrendo una curva
"Ma io .. dopo aver fatto questo penso a come mi vedono gli altri mentre guido.. chissà se ci sto bene"
Futili i pensieri..
"Prima ero uno sfigato.. ma ora devo avere una mia immagin"
Pensa come sempre non ha voluto fare.. ma è più forte di lui..
La moto percorre le ultime curve, il motore appena sale giri dopo ogni scalata di marce.
Strana la postura del ragazzo, ora con la schiena dritta, con lo sguardo sulla strada, debbene il capo poggi su una mano.. la quale cerca di sistemare la fibietta del casco.
La destra fa scendere appena l’acceleratore, i giri scendono rapidi, la mancina tira la frizione, il piede sinistro scala marcia seguito dal lascio di frizione e da un tocco rapido alla levetta del freno.. fatto col piede destro.
Va piano per la strada.. è scocciato.
Poggia la mancina nuovamente sullo sterzo, la fibia non da più fastidio…
"Ho la seconda.. "
appena pensa prima di lasciare l’acceleratore, aumentare di marcia e correre a tutto gas per la salita..
"Da quando ho preso la moto non ho mai dimenticato la marcia che avevo.. "
Rimurgina sempre sugli stessi pensieri..
"quarta… quinta… "
Aumenta marcia e velocità..
"Novanta.. "
L’adrenalina sale veloce come i giri del motore e la lancetta dei kilometri
"Cento.. si si cento.. sto quasi in paese, non ci ero mai arrivato così.. devo decellerare, non ho il coraggio di continuare .."
La marcia sale ancora..
"Sesta.. "
un mormorio appena emette..
"Quinta.. quarta.."
I muscoli sono rigidi a causa della paura.. le marce scendono.. i giri salgono ad ogni cambio..
"Dio dio dio … "
Appena il tempo di strizzare gli occhi e la destra pigia la leva del freno, il piede con tutta la forza possibile fa forza sulla pedalina del freno.
La ruota posterioe slitta sulla strada, fischia… si riscalda .. portando la moto contro un qualcosa di grosso.. un furgone fermo.
"No.. no no no"
stringe i denti, tremano appena le mani a causa del freddo e non solo..
Un botto è udibile in tutto il paese.. poi il nulla.
Le anziane si affacciano … tutte.
Il traffico si blocca..
Un dito si muove appena.. le gambe sono tra le ruote e la pancia della moto.. la testa poggiata a terra.. facendo grattare il casco contro l’asfalto.
Il trambusto creato dall’incidente .. l’autombulanza.. la gente che lo aiutano a muoversi..
Tutto ciò è nulla per lui.. nulla.. nulla
Poi ad un tratto apre gli occhi.. un suono strano lo sveglia.
Pensa :"Sono in ospedale??"
Poi sbatte più volte le palpebre.. e le immagini si rendono chiare.
Il telfonino continua a squillare, è la sveglia.
"Fanculo.." mormora appena, il cuore gli batte ancora a mille..
L’ennesimo sogno è finito.