Ritrovando i miei scritti a matita… 21 Ottobre 2007 – Posted in: splinder – Tags:

Cos’è quella forza che ci spinge lontando dal confronto di ciò che è familiare e ci fa affrontare le sfide, pur nella consapevolezza che la gloria del mondo è transitoria?
Credo che questo impulso sia la ricerca del senso della vita.
Per anni ho cercato nei libri, nell’arte, nella scienza, nei pericolosi o facili cammini che ho percorso, una risposta definitiva a questa domanda.
Ne ho trovare tante.
Oggi sono convinto che una tale risposta non ci sarà mai data in questa esistenza, anche se alla fine, nel momento in cui ci troveremo di nuovo dinanzi al Creatore, ci renderemo conto di ogni opportunità che ci è stata offerta.


Discorso di insediamento alla Accademia Brasiliama di Lettere,
Paulo Coelho.

Tempo fa volli scrivere su qualcosa di proibito il primo capitolo di una storia, vera o falsa che sia non conta.
L’importante è che sia una storia.
L’ho scritta a matita, forse x cancellarla all’occorrenza…
La riporterò qui.

 

30-01-2007
Ore 20:35

Capitolo 1

Lui, il sognatore coraggioso.

Credeva un poche cose o persone.
Camminava solo, senza compagni, semnza ombra.
Era scuro, tetro… portava con se un grigiore che, se non si stava attenti, ti risucchiava il sorriso.
D’altronde, si sa, il grigio non è che abbia così tanta vitalità!
Col suo cammino non lasciava orme, se doveva spostarsi, in quel suo mondo pieno di pericoli, beh, questo avveniva in un modo strano…
Amaza stupire gli altri, lui!
A dirla tutta amava anche l’eleganza nei gesti ma più di tutto la semplicità.
Semplicità, che bella parola… vero?
Aveva un mondo lui, un mondo tutto suo.
Sempre in quel suo mondo, fatto di strade, foreste, campi fioriti e montahne alte e piene di neve, si nascondevano mostri cattivi.
Non avevano forma questi… nè parole sapevano nè pronunciare, nè un nome a loro qualcuno aveva mai dato.
Neri e viscidi come la pece.
Incontrarli sulla propria strada altro non poteva significare che tutto stava per finire.
Ti si avvicinavano in silenzio e, ZAP!
In un solo instante, uno solo, ti sporcavano l’anima.

Questo fatto di camminare e rischiare, a lui, non piaceva affatto.
Anzi, più poteva evitare e meglio era.
"Non mi fido della realtà" diceva sempre a se stesso prima di chiuder gli occhi, sospirare, e in aria iniziare a lievitare.
I sogni le sue ali, gli occhi le sue zavorre.

Il mondo era per lui un pericolo troppo grande.
Non volendo però camminare, cos’altro restava da fare?
Semplice: chiuder gli occhi e volare.

E volava lui, ve lo assicuro.
Ci riusciva in una maniera leggera… semplice, maledettamente facile per lui.
Leggiadro viaggiava su spiagge calde e comignoli fumanti, in notti d’amore, poesie e dolci canti.
un bel mondo era il suo, seppur di sogni… un bel mondo.
Ma, proprio come le foglie in autunno devono cader dall’albero e farsi coraggio ad affrontare quella brutta caduta, tutti un giorno o l’altro decidono di raccattare il proprio coraggio e sfidare se stessi, o semplicemente, dirsi "tocca a me".
Si è convinti, in quell’istante, che nonostante le crisi e le difficoltà, si possa da quel giorno in poi esser davvero felici.
Felici per davvero.

Tutto questo ragionamento, questo pensare sulla possibilità di essere felici… beh è una cosa da non sottovalutare.
Pensateci.
Tu un giorno ti svegli e ti dici "Oggi sarò felice"… e stranamente, quel giorno e solo quel giorno, ti riesce!
I tuoi piani si iniziano ad averrare, e ci inizi a credere.
Credi di poter fare quello e quell’altro… e quell’altro ancora.
Credi che ciò che ti riesce meglio sia ciò che ti renderà di sicuro felice… di sicuro felice.
Ma c’è davvero qualcosa di sicuro nella vita?

Il Suo mondo funzionava, e funzionava bene anche.
La vita era pericolosa? Gli bastava chiuder gli occhi e far quel che voleva.
Cos’altro c’è di più facile?

Credo però che nella vita di ognuno, che sia la mia o la vostra o la Sua, ci sia un giorno: Quel giorno.
Quel giorno in cui il tuo mondo fatto di sogni si scioglie come zucchero bagnato.
Quel giorno in cui qualcuno ti tocca la spalla e ti dice "Vai e fatti onore".
E non ti resta altro che andare…

Che tu ti faccia onore o meno, vai.

E andiamo.

Quel giorno per lui fù la fine… e fu l’inizio.
Quel giorno si chiese cosa fosse mai la felicità… e accadde qualcosa di sconvolgente.

Non si seppe dar risposta.
Provò a chiedere ai sogni, a scappare da quella domanda impossibile…
Chiuse gli occhi ma non ci riuscì.
Ci riprovò molte volte quel giorno, e molte volte fallì.
Non riusciva a fare più quel che gli piaceva: Fuggire dal mondo.
Quel giorno il mondo chiamava, lui doveva rispondere.

E’ proprio vero, dunque, che certe cose sono tanto importanti che occorre scoprirle da soli.

Fine capitolo.

« Niente paura…
… nero sotto unghie. »