Il passato… 12 Marzo 2008 – Posted in: splinder – Tags:

...myself

Credo che tutti noi non siamo altro che pezzi di vita messi uno accanto all’altro.

Puzzle perfetto ma sbagliato, è questo il bello.
Ogni giorno costruiamo un pezzo che andrà comporre quest’opera d’arte… e senza rendercene conto lo andiamo a posizione dove meglio crediamo, senza analizzarlo, capirlo..
…Senza dargli l’importanza che merita.

Negli ultimi giorno ho concesso molto tempo ai ricordi.
Capendo, ahimè, di aver moltissimi ricordi senza averne mai capito il vero significato prima d’ora.
Significato che apprezzo e noto solo parlando con altre persone.
Essere socialmente attivo aiuta a capirsi?

Non credevo di poter mai arrivare a questa conclusione, ma forse si, è così.
Ci si confronta con gli altri, si discute…
Si critica qualcuno o qualcosa.
Valutiamo noi stessi e gli altri.
I nostri ricordi e le nostri emozioni con quelle degli altri.

 

Io di ricordi, come già detto, ne ho proprio molti.

Ho pensato agli esami pochi minuti fa.
Alla mia Notte prima degli esami.
Cosa accadrà tra pochi mesi?
Dormirò?
Starò male?
Preoccupato?

Di sicuro andrò a rileggere questo post.

Ma la cosa più preoccupante è:
Dov’ero io quando qualcuno al mio fianco ha provato queste esperienze?
Mi sono accorto che non ho fatto altro, sempre e comunque, di vivere senza valutare ogni conseguenza.
Avevo paura di qualcosa? Allora scappavo.
Ero felice per qualcosa? Allora ridevo.

Sentivo di dover scappare da qualcuno?
Allora scappavo.

Senza pensare mai alle conseguenze, senza credere mai di dovermi fermare un’attimo a pensare al prossimo.
Evitando di schiaciarlo..
Evitando di farlo soffrire…

Mi lamentavo di non saper vivere.
Di pensare troppo.
E invece ho capito che, una volta iniziato a vivere, c’ho preso il vizio…
Un pò come il poker, una volta che inizi a vincere è difficile capire di fermarsi.
Difficile capire di valutare la situazione, di valutare gli altri.
I loro gesti, le loro emozioni, per capire quando è opportuno fare questa o quella giocata.

Io non sono un bravo giocatore, nè di poker nè di vita.
E mi sono lasciato trasportare dalle emozioni.
Senza capire quando tornare coi piedi per terra e stare attento agli altri.
Così, credendomi potente e fortunato, ho continuato a giocare.
All’apparenza quell’errore sembrava un qualcosa dettato dalla vita, un errore che non mi ha stremato o fatto perdere la partita.

Ma oggi, col senno di poi, capisco la mia stupidità e cecità.

 

Invece di vivere quelle emozioni attraverso le persone che in quel momento lo vivevano, io ho allontanato il tutto.
Ho protetto me stesso da qualcosa che potevo allontanare senza pensare al bene altrui.
Ma ora, che non posso allontanare i miei esami, vorrei che qualcuno facesse qualcosa per me?

 

 

Si.

E allora capisco che sono stato proprio stupido.

Notte.

Leandro.

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… ricordi.. »