La pazzia… 9 Settembre 2009 – Posted in: splinder – Tags:

Disegnando il mio futuro...

La città di notte dorme.
La città.
Piena di persone felici e contente.
PIena di persone.
Dio quante persone.
Roba che se ci stai a pensare diventi matto.
C’è gente ovunque, di giorno.
E di notte, automobili ovunque.
Ognuno rintanato, finestre e porte chiuse.
E la città di notte dorme.

Chi lo dice che bisogna dormire con lei?
Chi lo dice che bisogna far questo o quell’altro?
Chi lo dice?

Non c’è mai un vero modo di comportarsi, un vero modo di fare.
Abbiamo costruito tutto noi.
Prima le nostre menti, poi i nostri stumenti.
La città è tutto uno strumento.
Come si usa?
Forse ancora non l’ho capito.

E’  tutto costruito.
Forse anche ciò che dico, in realtà, è costruito.

Perchè lo dico?

E se di colpo in tutto questo ci fosse una crepa?
Pazzia nel consueto, stupenda ma fragile pazzia.
Pochi istanti, un pò come la neve.
Ghiaccio leggero che scende dal cielo, senza un momento preciso per farlo.
Quando e come dice il cielo.
Crinatura effimera tra le nostre vite.
Alza gli occhi, c’è la neve.

Ora ci starebbe da dio, la pazzia.
Quando tutti non posso vedere ed io qui, senza dormire, a gustarmela.
Ad aspettarla e vederla arrivare.

Non c’è niente di più bello di aspettare e, finalmente, vedere arrivare il frutto di tanta attesa.

L’attesa è il trucco.
Tu stai lì, piccolo essere umano.
Stai lì ed aspetti.
Non c’è nulla di più devastante dell’attesa, noi non siamo fatti per aspettare immobili qualcosa.
Però si attende, inerti, che qualcosa accada.
Si attende.
Inumanamente.

E, magari a qualcuno è capitato, di colpo… eccola.
La pazzia.

Non dovrebbe esserci gioia più bella.

Quando il fiume smette di scorrere e si ferma, stavolta è lui che guarda noi.
Quando il cielo non è più azzurro.
Basta con i soliti colori.

Quando l’amore è sempre una gioia.
Quando il dolore ha un gusto dolce.

Quando sei solo e di colpo qualcuno ti cerca.

Quando sei solo e chi meno te l’aspetti pensa a te.

Nessuno è solo finchè di notte, anche lontano, ha chi non dorme per pensare a lui…

Nessuno è solo finchè….

Ma se invece di rimanere svegli si andasse a dormire?
Quel momento di uniformità non avrebbe lo stesso gusto, come vede la neve quando già è stata calpestata.
No.
Bisogna crederci.
Bisogna soffrire.
Bisogna restare a guardare.
Aspettare.
Star male, forse.

Perchè ciò che verrà avrà ancor più valore, ancor più dolcezza, ancor più giustizia.

Giustizia.

E’ il premio per l’impegno la vera giustizia del mondo.

Impegno, perchè no, anche a soffrire.

Aspetto il mio premio con impazienta.
Forse arrverà più tardi che mai.
Forse per chi la solitudine se la va a cercare, per chi i posti in cui aspettare se li sceglie e non li cambia.
Forse, per quelli come me, c’è da attendere molto.

Come aspettare la neve dove, di neve, mai ne hanno vista prima.
Quelli come me sono sognatori, aspirano a grandi cose.
Non basta la normale sorpresa, non si accontentano.

Forse accontentarsi è il trucco, forse no.
Chi lo sa?

Staremo a vedere.

"Ecco o futuro sono salito in sella al tuo cavallo, quali nuovi stendardi mi levi incontro dalle torri di città non ancora fondate? Quali fiumi di devastazione dai castelli e dai giardini che amavo? Quali impreviste età dell’oro prepari tu, malpadroneggiato, tu fueriero di tesori pagati a caro prezzo, tu mio regno da conquistare, tu… Futuro."
Italo Calvino, Il cavaliere inesistente. (Il primo libro che ho letto.)
« E’ sempre una lunga notte…
La preda… »