Chi se lo ricorda 20 Settembre 2009 – Posted in: splinder – Tags: dovè leandro
Roba triste, roba vera, roba inventata.
Un pò ti tutto, insieme, impasto di ricordi e fantasia con una goccia di sorriso fondente.
Roba da prima colazione al grand’hotel della scrittura.
Non ce n’è di meglio, di più bello.
Ma non lo farò.
Non come voglio.
Però posso dire cosa ho capito.
Ho capito molte cose.
Che le persone alla realtà vera ma non propria applicano una realtà finta ma propria.
E qui non sto a dire come, perchè o quando.
E’ così, come quando in un regno tutti son bravi a dire che andranno in guerra se il Re decidesse di farne una, cosa molto differente dalle loro vere intenzioni.
La realtà è che tutti si cagano sotto di andare in guerra per un Re che pure gli sta sulle balle, la realtà finta applicata invece è che sono i devoti sudditi e in caso di guerra andranno tutti a combattere e vinceranno, senza la paura della morte.
Senza la paura del sangue, della crudeltà… senza pietà.
Viva il Re.
Che spesso si ha bisogno di sbattere contro le cose con il proprio muso per capire che davvero esistono.
E se, per caso, dovessimo crede a chi dice di fare in un modo… per ore, forse per anni, staremo a pensare su quanto successo.
Insomma, l’esperienza personale va oltre quella acquisibile da terzi.
Non v’è modo di convincere un innamorato a non gettarsi nella lava se la sua amata vuole come pegno d’amore una goccia di quella stessa.
Un modo non c’è, inutile.
Che non sempre va tutto come lo speriamo.
Anzi, quasi sempre va come non speriamo.
Il che dovrebbe farci spasientire al punto di non vivere più, ma noi esseri umani imperterriti ogni giorno ci svegliamo e viviamo.
Con grande coraggio da sognatori.
Sogni troppo grandi, forse.
A volte si avverano, di rado però succede, e quel senso di gioia vale per mille e più fallimenti.
Che bisognerebbe conservarsi nel cuore, o nel cervello, un ricordo per cui piangere.
Le emozioni spesso non si comandano, nessuno toglie il senso di amarezza dalla bocca delle persone.
Altro che zucchero, c’è qualcosa che mi addolcisca il cuore e i pensieri tutti?
No. Forse si.
Bisognerebbe conservarsi qualche ricordo, i motivi ci sono smpre, per poter piangere.
Beato chi riesce.
Non c’è modo migliore di utilizzare qualche minuto, dedicarlo a se stessi, e sentirsi migliori.
Migliori.
Appena ricordo l’ultima volta, ma è da annotare.
Un ricordo, lo ricordi e piangi.
Si è soli contro il mondo. Gli inaspettabili della vita, però, ci aiutano.
E non è una frase scritta tanto per aumentare la tristezza delle mie parole consuete.
No.
E’ la sola e semplice realtà, è così.
Però, fortunatamente, qualcosa cambia.
Non per sempre, ma cambia.
E qui il secondo punto di questa frase:
Gli inaspettabili della vita però ci aiutano.
La vita ci stupisce così, a volte.
Cose inaspettabili, ma belle, a dar una mano di colore alla nostra vita.
Roba forte.
Senza paragoni.
Non si prevede, tipo i tornadi… forse peggiore.
Migliore per l’anima.
Insomma… roba che, quando di rado accade, ti rende tutto più bello e facile da vivere.
Facile da vivere.
Ci fosse un farmaco che facesse questo… forse c’è, forse si chiama droga.
Ma non so.
Va studiato meglio.
Ci si perde, se si ha speranza prima o poi forse si ci trova.
Forse.
Per dormire meglio bisogna andare a letto stanchi.
La cosa vale per tutto.
Sempre.
Ovunque.
Letteralmente e non.
Da non crederci, se ti sudi un qualcosa lo apprezzi di più dicono le mamme.
E’ così.
Sudati il letto e ti addormenterai con gioia.
Sudati l’amore e lo vivrai con intensità maggiore.
Forse c’è altro, forse no, chi se lo ricorda.