Dimmi ora come dovrei fare… 19 Ottobre 2009 – Posted in: splinder – Tags:

Come sempre sei...

E’ rimasto solo il ricordo di te,
era bello poter scandire le proprie giornate intorno a qualcuno,
la vita ha bisogno di ritmo.

Proprio quello che mi manca,
ora, io, non ho ritmo.
Ed è una cosa che ho lasciato svanire,
via… via…
è volata dal cuore.

Se non c’è nessuno cui far riferimento, come scandire le proprie giornate?
Credo che il sole e la luna non siano bei punti di riferimento.
Capisci?

Non ho motivi migliori oltre quello che mi offre questa Terra, nient’altro.
E dio solo sa quanto vorrei aver motivo di sorridere.
Di svegliarmi.
Di non dormire.
Ma sono qui.

Ho semrpe creduto che ci si nasce nello star male e, forse, se non si replica questa condizione non siamo felici.
Felicità.
Non so se avendo te ho mai potuto averla per davvero.
Senza pensieri.

La felicità leggera, capisci?

Però la vorrei.
Però mi sento bloccato.
Pesante.
Di un peso enorme e senza fine, senza limite.
Che mi lascia senza fiato.

Ma dimmi ora come dovrei fare…
Lontano dai miei sogni e dai miei eroi, senza voglia e senza inganni.
Davanti ad una vita che amara non è, ma a dire il vero neanche dolce.
 

Come una ragnatela rotta dal vento piompa questa realtà.
Si salvi chi riesce ad alzarsi.
Si salvi chi corre più veloce, più lontano.
Si salvi chi lo desidera.

Inizio con metodo, inizio dalle basi della vita.
Inizio ad essere un essere umano.

Muscoli che in tensione reggono un flebile corpo pieno di viscere e cose varie.
Essere vivente capace di esprimere emozioni.
Esternare ciò che intimamente sente con prodotti ghiandolari.
Comunemente chiamate lacrime.

Lacrime.

A trovarne una si fa giorno.
Ma, si spera, arriverà anche il domani per il sottoscritto.
Sperando di trovarne qualcuna.

C’è chi rimane senza fiato, chi senza lacrime.
Mai nessuno che prenda, per una volta, dalla vita.
Solo noi che diamo e lei che prende.

Scrivimi sulla pelle le tue tante preghiere, queste lacrime son vere.
Dimmi sottovoce quello che pensi, quanto tieni alla vita che un giorno spensi.
E il mio cuore del tuo nome si intitola, il dolce odore della tua pelle nella mia mente scivola.
E’ tutto chiuso in una scatola, con il tuo ricordo che ancora dondola.
Dondola piano, lento sulla mia testa, nuvole nere prima della tempesta.
E con loro arriva la pioggia, fitta e opaca.. e la gioia scarseggia.

Non c’è sorriso nè risata, non c’è più una bella serata.
Passata a letto senza pensare, passato a letto solo a sognare.
Un futuro migliore, un bell’avvenire… quando non eravamo ancora grandi e lo potevamo dire.
Dire che un giorno sarebbe stato migliore, il mondo con dentro il nostro amore.

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