Amare se stessi è davvero difficile, sai? 31 Dicembre 2009 – Posted in: splinder – Tags: , , , ,

 

 

“Dove piccole paure si fan grandi lì un grande amore cresce.
William Shakespeare – Amleto”

 

E’ un uomo che sogna da tempo, forse sin da bambino.
Non ha mai smesso.
Se li porta addosso, con affanno.
Come una giacca sporca e polverosa.
Una camicia sgualcita.
Un cappello bagnato.

Il suo dolore è la sua anima.
Buco di un universo di implosioni.
Pioggia perenne sul sole della vita.

Provaci tu a vivere, per sempre, sotto la pioggia e vedere all’orizzonte il sole.
Sempre lì, lontano.
Inafferrabile.

 

Forse si, è come temeva.
Inizia a dubitare dei sogni.
Perché credere nell’impossibile causa guai.
Ti lascia solo.

Amare se stessi è davvero difficile, sai?

 

Eppur lo vedo ancora andare in giro.
Voglio fotografare l’amore” dice.
Fotografare l’amore.
Non puoi, gli ho risposto.

Allora ha iniziato a fotografare le persone.
Quelle son vere, quelle ci sono.
Dagli occhi ai capelli, le labbra alle mani.
Chinava la propria vita su un vetro quadrato.
Fotografare le anime.
Piegato su una, e poi un’altra.
Ed un’altra ancora.

Con tutte le sue forze concedeva attenzione alle parole, ai gesti.
Non c’era cosa più bella.
Fotografare le anime.


Ma chi sogna non si accontenta.
Si sa.

Ci si china sulle persone come il vento sul deserto.
Ci andiamo leggeri, deboli sguardi.
Carezze sulla loro pelle.
Tu fotografi le anime.
Chi fotograferà mai la tua?

 

Da un vetro guardi il loro sguardi.
Il tuo si ferma su quel battito di cuore leggero, lo blocca.
Amandolo per sempre, fermo in un’immagine.
Un ricordo lontano che sa di dolce tepore.

Chi fermerà il suo sguardo su di te, senza andare oltre?
Forse fotografare le anime è la scelta più difficile che abbia mai fatto in vita sua.


Provi dolore.
Ti fermi su ogni riflesso di luce, cicatrice o rughe.
Vedi anime da salvare o cozzi con la loro sicurezza.

Un mondo sicuro.
E ad ogni mondo sicuro se ne distrugge uno.
Macerie che dentro di te crollano in un solo istante, quando guardi la perfetta realizzazione di ciò che non sei.
Il volo naturale e preciso di un uccello che mai sei stato.
E fa paura.

Fa paura vedere che qualcosa di giusto c’è, nel mondo.
Fa paura vedere castelli ancora in piedi.
Città fondate e mai distrutte.
Guerre vinte senza morti.
Pelle stupenda, senza segni del dolore.

Fa male.
Forse, da sempre, fa male vedere che gli altri funzionino.
Non si può essere la loro cura.
Fotografo da quattro soldi.
Tu sei lì ed ammiri il mondo.
Ti piace la vita e la tieni con te in pezzi di carta plastificata.
Cerchi l’amore in colori mescolati dal tempo.
Sei lì, in disparte.
Ammiri la vita.
Ma, forse, vorresti solo essere tu la vita.
Centro dell’universo di qualcuno.
Soggetto di quella posa eterna chiamata amore.
Scatto immortale di una vita che, lenta e dolce, si china su di un’altra.

 

Tu ami in un vetro quadrato.
Ami e non smetti… faranno mai lo stesso con te?

 

 

Fotografami gli occhi.
Passa sui solchi di queste rughe.
Ascolta la musica lenta della mia voce.
Le percussioni forti di questo cuore.

 

Vorrei affascinarti con gli odori della mia vita.
Raccontarti le gioie e i dolori.
Chi sono.
Cosa voglio.

Vorrei facessi lo stesso anche tu.
Vorrei vorresti lo stesso anche tu.

 

 

Fotografo il mondo e le anime delle persone.
Fotografo la vita ed i colori di questa prigione.
Annuso i profumi dei sorrisi e degli affanni,
mi lascio perdere nei loro inganni.
Non voglio essere solo un semplice spettatore,
amami e rendimi attore.

Stasera scatto una foto alla mia inquietudine,
metto in rima la mia solitudine.

 

 

E’ un uomo che sogna da tempo, forse sin da bambino.
Non ha mai smesso.
Se li porta addosso, con affanno.

 

A forza di credere nei sogni ha imparato a reggerne l’assenza.

« E’ tutto uno scorrere di eventi, la vita…
Jaqueline. »