Tre metri… 21 Febbraio 2010 – Posted in: splinder – Tags: , , , ,

 

Può un uomo a terra cadere ancor più in basso di quanto già sia?
No.
Può tentare di alzarsi e riuscire, o fallire, nel tentativo.
Questo lo può fare.
La città è piena di opportunità, persino per un cuore ferito.
E così è stato.

Aspettava, quell’uomo, alla fermata di un autobus che presto di sicuro non sarebbe arrivato, aspettava tremando un pò dal freddo ed un pò dal timore.
Non resisteva allo sguardo di occhi neri come la notte ormai scesa da tempo.
Non resisteva al richiamo di un cuore che vuole guarire.
Ma ha resistito.
Non c’è forza più potente di ali nate solo per tirar su un peso grande quanto i sogni.
Perché un cuore ferito ha tanti limiti, davvero incontabili, ma di sicuro non dimentica di sognare.
E così successe.

 

C’era una donna a cui dire parole infinite, da regalarle sospiri di emozioni.
C’era una donna e c’era lui, che tra uno sguardo alla strada e un tiro di sigaretta sognava di farlo.
Finalmente, farlo.

E pensare che quella sigaretta era anche quella giusta.
Ne aveva due con sè, nel taschino, una rotta ed una buona.
Si era promesso che se avesse tirato fuori quella buona sarebbe davvero andato da lei.

Tre metri.
A volte tre metri possono esser più lunghi di mille chilometri.
La sigaretta uscì buona ma lui non andò.
Furono solo tre metri di sconfitta.

 

La città è piena di opportunità, persino per un cuore ferito.
Questa notte l’opportunità era di capire se le proprie ferite fossero a causa sua o del mondo.
Se fosse il caso di smetterla di scrollarsi tutte le colpe di dosso e iniziare a pensare che il mondo, forse più di quel che si pensa, di opportunità te ne da tante.
Forse troppe per noi immeritevoli animali feriti, che pensiamo solo a leccare le nostre ferite senza lasciar loro prendere aria per rimarginare.
Ci piace quel sangue che cola, caldo, a farci ricordare una pelle calda ugualmente.
Mani calde come il sangue che scende dalle ferite toccate.

E non importa se quella donna è poi andata via.
Non importa se in realtà non guardava, se è stato giusto non dirle niente perchè avrebbe solo rifiutato guardarti negli occhi.
No, non importa.

Per una volta sarebbe davvero stato importante partecipare e non vincere.
Massima di uno sport chiamato vita, in cui se non si partecipa mai si vincerà.

Quanto può essere fragile un cuore che non ama?
Tanto.

Quanto può essere patetico un uomo che vuole amare senza il minimo sforzo?
Tanto.

Quanto si deve aspettare pur di capire la vera realtà della vita, che non è manna dal cielo che cade ma trofeo da conquistare con allenamento e corsa tenace.

 

Quell’uomo ero io e, credetemi, non c’è persona che più di me abbia voglia di amore.
No, non c’è.
Dovrei solo iniziare a correre, prima o poi arriverà alla fine di questo tragitto.
Chilometro dopo chilometro, sudore e muscoli doloranti, arriverò.

 

Prima o poi l’amore arriva o son io a dovergli andare incontro?

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