I topi nel cuore (Storia di una malattia) 16 Aprile 2010 – Posted in: splinder – Tags: jonas
E’ stata una lenta discesa.
Lo ha preso giovane,
quando meno se lo aspettava.
Tra una donna ed un film,
è arrivata.
La sua malattia.
E’ un morbo che entra lento,
senza farsi sentire,
ti lascia l’amaro in bocca e un leggero brusio nelle orecchie.
Non si può lasciarlo fare,
è come i topi in casa.
Sembrano non esserci,
ma ci sono.
Sembrano solo rosicchiare,
ma divorano.
mmDivorano tutto,
sedie, cavi, tubi, scatole di fiocchi d’avena e libri.
Se non te ne accorgi in tempo ti ritrovi con il culo a terra su una sedia mezza rosicchiata,
con la merda ovunque e una sensazione di aggressione addosso.
Qualcuno si è impadronito della tua dimora,
del tuo corpo,
della tua vita.
E così è successo.
Se ne è accorto troppo tardi che c’erano i topi bastardi nel suo cuore, nel suo fegato, nelle sue gambe.
Ovunque.
Era davvero troppo tardi,
li ha lasciati fare.
La vita cambia colore quando sai che ha un limite,
e lo ha per davvero credimi.
Inizi a chiederti il senso del vivere,
il senso dell’esistenza delle cose.
Perchè esistono i treni?
Ed i bicchieri?
Perchè si compra acqua in bottiglia?
Perchè il sole?
Perchè?
Ed è proprio non rispondendoti che capisci quanto sia tutto meraviglioso.
Meraviglioso e regalato.
Abbiamo tutto gratuitamente, senza averlo mai pagato.
Abbiamo anni da vivere senza dover pagare un prezzo,
abbiamo le forze per camminare,
la voglia di parlare,
la capacità di pensare.
Abbiamo tante cose, forse troppe per capire davvero.
Per te, buon Jack, che sapevi strillarmi addosso quando me ne stavo solo con le mie piccole teorie.
Non dimenticherò mai le parole che non mi hai mai detto,
non cancellerò mai dalla mia memoria i tuoi occhi verdi a bilanciare una cicatrice vecchia di una vita.
Alla fine, ci credo davvero, credo che a vincere sia stato tu.
Fanculo la malattia.
Ci vediamo in un'altra vita,
Jonas.