Di quella notte da cieco finita vedendo tutto… 8 Settembre 2010 – Posted in: splinder – Tags: -attimo poetico-, -rara fortuna-, alone, che vita, nero, rome
C'era un non so cosa di particolare, quella notte.
Si viveva come sempre, non cambiava un bel niente da tutte le altre sere passate per strada.
I lampioni facevano luce, lo smog oscurava le stelle e i palazzi erano lì, tutti in fila, come soldati in attesa di ordini.
Ma, nonostante tutto, c'era nell'aria quacosa di diverso e non riuscivo a capire cosa ci fosse di così particolare.
Poi, e a quel punto ho capito quanto sono stupido come essere umano, ho intuito.
Ed un istante dopo essermi reso conto di quello che stava accadendo ho avuto una vergogna pazzesca, mi sentivo piccolo come una formica e stupido come un somaro.
Se senti qualcosa in maniera diversa dal solito, non è detto che sia questa cosa ad essere cambiata, anzi.
La natura umana, mutevole, dovrebbe essere il primo sospetto da avere.
Ma noi no, non ci pensiamo mai a questo.
Crediamo sempre nella vita degli altri, mai nella nostra.
Crediamo nella loro capacità di farci ridere, di farci vivere, di farci amare.
Se non mi innamoro è colpa degli altri!
Non trovo nessuno che faccia per me!
Se non mi diverto stasera è colpa di questo locale, troppo noioso!
E così via…
Gettiamo sul mondo le nostre colpe, proiettiamo l'immondizia che abbiamo dentro così da restare puliti.
Non che la cosa a volte non aiuti, però non è proprio positiva.
Ed è tra i rimproveri a me stesso e quel pizzico di vergogna ancora rimasta che passeggiavo tra il cemento armato ed il vento, e passeggiando ho sorriso.
Si, finalmente inizio a sentirmi vivo.
E l'ho capito in una notte da cieco, finita vedendo tutto.
Vienimi a cercare sarò dove hai sempre sperato,
vienimi a stanare sarò come hai sempre voluto.
Perchè non c'è regola a questa finzione,
non c'è spazio per la dimostrazione
che in questo mondo ce n'è da vedere
ti devi soltanto fidare.