Al mattino 2 Febbraio 2011 – Posted in: splinder – Tags:

E' una luce che trafigge questa del mattino che abbaglia gli occhi uno dopo l'altro lasciando le pupille a stringersi rapide, a difendersi dai cerchietti viola non appena abassi le palpebre.
E' una luce che brucia sul volto di chi dorme, abbandonando i sogni per riprendersi il tempo ed il mondo.
Eccomi, sono sveglio ancora una volta.
Eccomi, sono stanco ancora una volta dell'inizio doloroso prima che le gambe tacciano per ore come sempre,
prima che il dolore vada via mescolato con l'aria gelida di una finestra aperta e dell'odore di caffè che intasa le narici.
Ed il rumore di acqua che scorre con la schiuma che scende un pò rapida e lenta,
cascata artificiale di pulizia sulla pelle mia che vuole solo respirare tra il vapore ed i pensieri ancora in coma.
Apro le braccia e respiro forte, comunque sia, perchè sono io e questa vita è mia.

E' la luce del mattino che inizia il tutto,
è la sveglia a chiamarla rompendo il silenzio caotico del mio dormire,
è un battito a dirmi che ci sono, anche stavolta, in questo inizio che non è mai fine.

E le note di un piano ritornano a far da sottofondo al mio vagare,
tra i progetti di vita che sfuggono tra le distrazioni mattutine.
Vorrei riprendermi tutto, quanto lo desidero, ma scappano e non si lasciano prendere.
E la mia sagoma vaga per la cucina ed il letto oziando ancora un pò,
solo un altro pò,
per poi tornare e ritornare, e tornare ancora,
tra le rose di un giardino lontano,
tutte piantate da me,
tutte intorno ad un fiore immenso e bello,
che profuma e splende,
non della luce del mattino nè della rugiada,
ma di qualcosa che ha dentro e che non va via,
che non si stempera con i giorni nè con i respiri,
che mi guarda e che io guardo,
che mi incanta ancora, e ancora, e ancora.

E' una giornata di amore quella che inizia nel cuore di chi è partito per poi ritornare,
è una giornata di amore quella di chi è stanco di iniziare,
quella di chi vuole solo finire guardando la luna e su quel corpo, fatalmente, dormire.

Che questi passi lenti e addormentati ridiano senso a tutto,
a questa scrivania e a questo lutto,
a questa amarezza insensata,
a quella donna tanto aspettata.

« 20 Sigarette
Fammi tornare »