La rovina di bambini simili. 21 Aprile 2012 – Posted in: Ricordi

Pensandoci bene la rovina è stata, perchè c’è stata, la vergogna della nostra misera esistenza umana.

Mi spiego:
Per tutta la vita vivi nell’ombra di persone totalmente catalogabili come “comuni”, o forse anche al di sotto della media, che vedi come inarrivabili ed uniche nel loro ambito e genere.
Queste, le persone uniche ed innarivabili, hanno modi di vivere almeno all’apparenza consueti e perfettamente in linea con il nostro mito di normalità che da bambini ci siamo costruiti:

La famiglia, la macchina per te e tua moglie, due figli come minimo e meglio che siano uno maschio e l’altra femmina etc..

Ora, quando per una vita intera hai all’orizzonte un tramonto normale e vedi che, però, nel tuo piccolo pianeta fatto di erba, terra, mare e tramonti solo tuoi di normale c’è ben poco inizi a vergognartene domandandoti perchè proprio a te stia capitando questo, perchè proprio a te i binari del treno della vita non siamo “normali” come gli altri.
E’ questa la rovina: la vergogna.

Non capire che tutti siamo binari imperfetti e in continuo deragliamento, non capire che nessun treno arriva veramente alla stazione definitiva senza problemi ma al massimo il capotreno è solo bravo a risolverli o, ancor più realistico, a mascherarli: questo è stato il colpo di grazia miei piccoli amici.
Per una vita ho creduto di dover rifarmi di quel graffio sociale che ho avuto, vivendo spesso nella solitudine di uno stigma solo mio senza confidarvi i segreti di un bambino pensieroso.

Pensieri che, forse, avevate anche voi ma che come me non dicevate: ognuno nel suo piccolo mondo di vergoga in cui gli altri, quelli con la fortuna/sfortuna di essere normali, non potevano nemmeno lontanamente capire e condividere.

E chissà quante volte, a nostro modo, abbiamo provato a lanciare l’esca per un discorso giusto, per dire la nostra su quell’argomento tanto doloroso lasciandoci poi a risate frivole e a schiaffi sulla nuca davanti a scontatezze e frasi fatte.

 

Quello è cornuto, lui è un nullafacente, è un ansioso, non credo stia molto bene, asociale…

 

 

Piccoli bambini che si conoscono da una vita, ora ho capito, chissà se riuscirò a recuperare.
Non lo nego, anche ora che sembra tutto chiaro, uscire dal guscio della vergogna è davvero difficile.

« Passi diversi.
Hänsel e Gretel una sega. »