Così che io non possa guardare. 28 Marzo 2013 – Posted in: Ricordi

Dimenticare il rumore della pace
l’odore della polvere sulle proprie cose.
E’ un mondo ovattato
quelle delle carte da poker rovesce
fogli bruciati per pavimento
e sorrisi a se stessi misti a pacche invisibili su spalle troppo basse.

Pigiare tasti per sentirne l’eco
pensare a casa per poter lacrimare
e abbandonarsi all’odio per sentirlo scorrere nelle vene
e sentirsi animale.
Il letto diventa tundra pericolosa
mentre il padrone in silenzio riposa, e non parla più.

Ad un tratto cade la scopa
c’è sempre una scopa che cade
ed il sussulto è istantaneo
precoce paranoia prima del decesso.
O ladro uccidimi ma non spaventarmi
o ladro ruba tutto senza svegliarmi.

Ma non c’è ladro nè ombra nascosta, è solo paura tra i vicoli della casa.
Tremo ad ogni rumore, sento i confini allungarsi di colpo e le radici non toccare ogni punto del vaso che dovrebbe star qui a stringermi forte.
Ma intanto lo sento scadere,
spostarsi ogni secondo verso il burrone,
la mia terracotta andrà in frantumi
e non sarò il solo quindi a perire.
Alzo gli occhi al cielo e prego il signore,
prendi me prima di tutti così che io non possa guardare.

« Ridateci i sogni.
Eroina. »