Di quando tornò il freddo. 14 Novembre 2013 – Posted in: Leandro.
Ho passeggiato in una città urlante. In ogni strada il vento gemeva tra il traffico ed i passanti, mentre io mi innamoravo dei profumi di donna misti al sudore ed al chiuso dei tram. Ho visto passare persone una dopo l’altra nell’anonimato pauroso di un giovedì concluso: nella fila per il pane mi sono sentito oppresso in accenti misti e corse deliranti. Ho perso la voglia di farmi spazio tra i pensieri su strisce pedonali mezze sbiadite, per poi ricredermi sui piccioni cresciuti socievoli rispetto a quelli di campagna. Ho dato briciole da mangiare a beccanti barboni sulle scale di enormi monumenti a caduti ignoti ed imperatori sconosciuti, lasciandomi coccolare da centri commerciali strapieni e saldi con prezzi a metà.
La città mi consuma in un dolce ballo di coppia.
Mi raggela a novembre su scale ripide e autobus altalenanti.
Mi sostiene in giorni di impegno sociale, quando gli impegni sono scanditi da bisogni fisiologici in cui c’è sempre più piscio e sonno e sempre meno baci, amore e storie del cazzo.