Dovessi cadere. 12 Dicembre 2013 – Posted in: Me

Azzarderei passi verso la tua ombra solo per potermi sentire un attimo più vicino, più simile a quel tuo fare da vincente che è stato per anni il mio sogno proibito. Nasconscederei le mie paure in cassetti ampi e dorati, preziosi più di quanto custodiscono solo per dimostrare al mondo la mia grandezza che si ridurrà come tu insegni in formalità pura, strategica, difensiva. E’ la pura forma il vizio che tramandi nel sangue di chi vive dietro le tue spalle enormi  e protettive: è una routine che con fatica portiamo addosso, come una giacca troppo vecchia tramandata da generazioni di folli uomini di parola.

Dovessi cadere sentirei il peso della gravità portarmi via da questo ospedale sporco, lercio, puzzolente come bugie dette ad un bambino troppo fiducioso di aspettarti. E pensare che un giorno ci credemmo tutti vedendoti partire e brillare lontano, come un missile che va sulla luna, che saresti tornato a prenderci per salvarci dalle malattie mentali che si insidiano in focolari accesi nei primi giorni di autunno.
Invece no.
Sei scappato come fa il vento sulle scogliere d’inverno, sei volato via come uno sputo giù dal terrazzo di quella sicilia in fiore, calda e misteriosa come lo erano del resto le donne, tutte, che avevano occhi neri e labbra carnose. Dovessi cadere sceglierei il tuo peso come cuscino, il tuo odore come letto per dormire in lunghe nottate insonni senza un briciolo di sangue da regalare a zanzare infastidite dalla troppa presenza umana.

« Ballarono tutta la notte.
Aridità »