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Per scioglierci al sole.

Ti ho pensata ricordando le nostre parole scadute, quel pensarsi in eterno, cercarsi nei corpi silenziosi, negli scambi di umori. Ho sentito  le tue mani calde, piccole abbastanza da entrarmi dentro, spostarmi i pensieri, giocare con i miei desideri. Ho ricordato poi le nostre esplosioni, lo scioglierci al primo sole estivo, come gelati poi evaporati tra le nuvole dei ricordi blindati.

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Amore part-time.

Abbiamo scelto un laboratorio di emozioni, palestra di una vita artefatta, in provetta, come l’amore che ci promettevamo dando poi scadenze alle nostre parole, al tuo seno nudo ed alle mie voglie di dormire con te.

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Elena (Di città abbandonate).

Ti ho guardato come si guarda il mare nei giorni d’inverno: eri vivo ma distante, ti agitavi per non farti toccare. Nel timido abbraccio ho sentito il tuo profumo, ho stretto con le dita la tua maglietta cercando di sentirti tra le mie braccia e rubare un attimo in più, un pò di calore che ho perso negli anni in corsa di questa vita. Giocherò con il mio vestito, stringerò i bordi e li stropiccerò…

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Angela (Per soffrire ancora un pò).

Giocheremo a nasconderci dagli sguardi indiscreti, a dirci frasi senza senso, a prendere ruoli che non sono nostri per il gusto di assaggiarli. Ladri non sprecheremo il tempo, non lasceremo che l’aria estiva svanisca lasciando posto al freddo ed ai rimpianti. Faremo di tutto per leccarci le ferite, per dirci ancora una volta addio. Per poi tornare, di nuovo, solo per soffrire ancora un pò.

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Giulia.

Mi giro in letti sconosciuti cercando di invogliarmi alle scelte che non mi interessa fare. Cercherò un’alternativa a tutte le vostre proposte finché non ci sarà da accettare i percorsi implicitamente autoimposti. Oscillo tra droghe diverse senza trovare la stasi se non nell’ansiosa corsa del dover fare: non ci sarà pace senza la guerra, dicono i romani, mentre io mi godo il colosseo e le bellezze esotiche cercando di camminare sui marciapiedi, tra l’odore di…

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Pentirsi di perdere mondi per ossa.

Pentirsi di aver visto ossa là dove c’erano mondi infiniti, di pensare a corpi inerti, magari sudati, ma inerti senza fili che li comandi con diligenza senza anima dentro la carne pulsante ma solo sangue, e profumo. Inebriante profumo. Famelico ho rosicchiato ossa immaginarie perdendomi lo spettacolo della vita, tralasciando il gesto semplice e affascinante di capelli torturati da dita troppo impegnate per star ferme congiunte. Mi sono perso tra gli affanni della vita, nella…

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